Quando vi è una differenza sottile nella percezione fornita dalla vista e quella ottenuta dall’udito, tendiamo a fidarci dei nostri occhi. Questo è fenomeno noto e conosciuto con il nome di effetto McGurk, nome dello scenziato che l’ha scoperto. Ma ora è stato scoperto ancora di più sulla fondamentale importanza che la vista assume nel rapporto che instauriamo col mondo che ci circonda. Pare, infatti, che non solo la vista sia ritenuta “più affidabile” dell’udito, ma che addirittura i segnali visivi esercitino un’influenza sulla regione auditiva del cervello, determinando la nostra percezione della realtà.

Questa notizia arriva da uno studio dei ricercatori dell’Università dello Utah, dove si registrava l’attività elettrica del cervello in pazienti epilettici durante gli interventi finalizzati a curarne la patologia. A questi pazienti veniva mostrato il video di una bocca che pronunciava alcune sillabe, per poi confrontare la percezione di esse con la percezione uditiva che successivamente i soggetti sperimentavano.

Sono state osservate tre diverse situazioni a seconda dei differenti casi:

– Il movimento della bocca osservato coincideva con il suono audio: ad esempio, la bocca pronunciava la sillaba “ba” e “ba” era quello che i soggetti percepivano uditivamente.

– Il movimento in video differiva nettamente dallo stimolo audio: ad esempio, la bocca pronunciava “ga” e l’audio trasmetteva “tha”. I soggetti qui notavano una differenza tra due diverse sillabe percepite.

– Il movimento in video differiva leggermente dallo stimolo audio: ad esempio, la bocca pronunciava “va” e l’audio trasmetteva “ba”. In questo caso i soggetti non evidenziavano una differenza tra i due stimoli, percependo un’unica sillaba “ba”, cioè quella che gli occhi suggerivano loro.

A tal proposito Bradley Greger, uno degli studiosi che ha portato avanti questo lavoro, sottolinea: «Abbiamo dimostrato che i segnali neurali che nel cervello dovrebbero essere guidati dal suono sono surclassati da quelli visivi», e ancora: «in alcuni casi il nostro cervello essenzialmente ignora la fisica del suono che l’orecchio gli riporta per seguire quello che suggerisce la vista».

Insomma un’importante scoperta che apre ad ulteriori approfondimenti nello stretto rapporto che unisce vista e udito e il loro ruolo nel nostro modo di conoscere la realtà che ci circonda.